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L’industria alimentare è come i pusher (bliss point)

22 Luglio 2016 Posted by Considerazioni dal mondo vegan

L’industria alimentare è come i pusher e le maggiori vittime del bliss point sono i bambini

Perché i giganti dell’industria alimentare ci hanno reso schiavi dei loro prodotti…

Bisogna partire dal fatto che queste industrie investono molto per massimizzare l’attrattiva dei loro prodotti e ci riescono attraverso lo studio su come funziona il nostro gusto, perché desideriamo e cosa fare per creare dipendenza dal cibo.

Il giornalista d’inchiesta premio Pulitzer Michael Moss autore di “Sale, Zucchero, Grasso come i giganti del cibo ci hanno reso schiavi” ha scritto moltissimo su come i giganti dell’industria alimentare ci hanno reso schiavi dei loro prodotti.

Ha descritto di come la legenda Howard Moskowitz, negli anni 70, scoprì che l’aumento della quantità di zucchero in un prodotto determinava un maggiore apprezzamento da parte del consumatore e che questa attrattiva funzionava entro un limite poiché, superatolo, lo stesso prodotto finiva coll’essere disprezzato.

Questa scoperta gli permise di determinare quello che poi sarebbe diventato uno standard per l’industria alimentare:

il BLISS POINT ovvero il PUNTO DI BEATITUDINE

 

45 anni dopo, tutta l’industria alimentare realizza sughi pronti, bibite, merendine, cibi precotti, ecc. in ragione di questo “protocollo”.

Di recente Howard Moskowitz ha illustrato come si realizza un bliss point attraverso la realizzazione del nuovo sapore della bibita Dr. Pepper.
È partito da 61 livelli di dolcificanti nella formula, li ha sottoposti a più di 3.000 test sul gusto dei consumatori in tutti gli USA e poi ha elaborato i dati ed estratto il livello ottimale di dolcezza che garantiva di poter inviare la loro nuova bibita su tutti gli scaffali.

Tenetelo bene a mente ogniqualvolta vi trovate a passeggiare tra gli scaffali del vostro supermercato di “fiducia”. Dietro le quinte dell’industria alimentare questa quantità ottimale di zucchero si riferisce appunto al bliss point alias condizione ottimale di vendita.

 

 

Il lato catastrofico del creare bliss point per qualsiasi tipo di prodotto consiste nello sfruttare la biologia umana dove le maggiori vittime sono i bambini.

 

Si crea questa aspettativa nei ragazzini già dalla loro tenera età che qualsiasi cosa mangino debba essere dolce al palato così che quando un genitore cerca di far mangiare quei broccoli al piccolo Marco che inizia a sentire quelle note di amaro tipiche della verdura naturale invece che la dolcezza, ecco che il genitore è già in grossi guai.

L’insorgenza precoce di malattie come il Diabete e Colesterolo a livello di età anche sotto i 5 anni è allarme sociale a tutti gli effetti.

Eppure, soprattutto in questi ultimissimi tempi, le tv non fanno che parlare di bambini vittime della dieta vegana.

Sebbene rimanga sconcertato nel constatare la facilità con cui i genitori si arrendono ai capricciosi lamenti del bambino desideroso dell’ennesima extra dose di zuccheri, comprendo che la lotta è impari poiché gli avversari posseggono tv, budget stratosferici, deregolamentazioni ad hoc da parte degli Stati e, cosa più drammatica, il consenso totale dei nostri figli.

Ricordiamoci che Madre natura ha creato bacche e frutti dolci perché li apprezzassimo ma, poiché la biologia ha previsto che il nostro organismo funzioni in condizioni di scarsità di cibo – come per tutte le specie viventi del resto – questa straordinaria abbondanza di sostanze zuccherine sono una vera e propria tragedia.

Ecco perché la cultura vegana, che, lo ribadiamo, affonda le sue radici nella dieta originaria umana ossia riprende i valori alimentari che sono negli ultimi 30 anni sono stati totalmente capovolti proprio a vantaggio dell’arricchimento delle industrie alimentari, è sempre più urgente da applicarsi.

Dopo decenni di manipolazioni chimiche e pubblicità distorsive tese a solleticare i nostri più bassi istinti pur di vederci consumare con maggiore assiduità prodotti dannosi alla salute è urgente dedicarsi massivamente ad una rieducazione alimentare a partire dalle quattro mura di casa fino alle scuole di tutti i gradi e livelli.

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Vaccini si o vaccini no?

13 Luglio 2016 Posted by Considerazioni dal mondo vegan

Questa è una domanda davvero complessa.

Il solo consiglio che si può dare in tutta serenità è quello d’informarsi minuziosamente, di farlo senza aver paura di insistere finché le risposte (intelligenti e sincere) non arrivano e senza lasciarvi intimidire.
Non è scritto da alcuna parte che la propria salute va riposta nelle mani di qualcuno che non sia degno di tale fiducia.
Ancor di più se si tratta di quella di un proprio figlio.


Tuttavia i danni da vaccino esistono

Il fingere che non sia vero che migliaia di vite siano state rovinate dai vaccini è un atto di debolezza.
Perfino i tribunali lo certificano e, se questo non è sicuramente una prova inconfutabile, è lecito sperare che i giudici ci abbiano pensato bene prima di emettere la sentenza consultandosi con gli addetti ai lavori.

Chi fa della medicina un business multimiliardario sa bene che non è facile verificare l’efficacia o l’eventuale nocività di un farmaco, anche se di tanto in tanto qualcosa di negativo viene alla luce come è, tra gli altri, il caso del Vioxx, l’antinfiammatorio della Merck cui si deve, dopo il disastro economico del suo ritiro dal commercio per i guai terribili che aveva provocato (60.000 morti e centinaia di migliaia di ammalati), la nascita del vaccino contro il papilloma virus.

Potrà essere interessante notare come il Vioxx non fu ritirato per ordine delle autorità sanitarie ma, e solo nel 2004, da parte del produttore che, come testimoniano gli scambi di messaggi tra i funzionari di alto livello emersi in una inchiesta giornalistica, era al corrente del problema fin dal 1999.

Nel 1993 il Vaccine Safety Commitee, Division of Health Promotion and Disease Prevention compilò una relazione in cui sosteneva che nessun vaccino pediatrico in quel momento in commercio negli USA era sorretto da studi clinici controllati, che mancavano dati sulla loro sicurezza, che gli studi epidemiologici eseguiti erano del tutto insufficienti, e che mancavano i sistemi di controllo sull’effettiva sicurezza di quei farmaci.

La buona pratica medica insegna che i farmaci vanno somministrati solo in caso di necessità e, comunque, è bene sapere che con i medicinali non si gioca.

Che possibilità ha un neonato di ammalarsi di malattie oramai scomparse o di una rarità assoluta eppure oggetto di costante vaccinazione?
Ha significato, e soprattutto, è eticamente corretto esporre il neonato agli effetti collaterali di un vaccino o, ancora più spesso, di più vaccini se non c’è necessità d’iniettarglieli?
È onesto lasciar credere che la vaccinazione esavalente sia quella obbligatoria quando la legge, dove sia applicabile, ne contempla solo quattro?

Si tenga presente che in Francia, Regno Unito, Germania la vaccinazione esavalente è stata vietata mentre qui in Italia non solo è ancora praticata ma, addirittura, lo scorso inverno abbiamo assistito ad una scellerata campagna televisiva attraverso la quale si è volutamente generare allarmismo per un calo di appena 1,6 punti percentili di accesso alle vaccinazioni rispetto agli anni precedenti.

E, in ultimo, qual è l’etica di tacere l’esistenza di effetti collaterali dei vaccini, effetti peraltro denunciati dai produttori stessi?

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Minus habens homo sapiens!

11 Luglio 2016 Posted by Considerazioni dal mondo vegan

È il momento dell’anno in cui i tg si prodigheranno nella sensibilizzazione verso i cani abbandonati d’estate.
Encomiabile ma come si può sensibilizzare una società che permette allevamenti intensivi (veri e propri lager) di Bovini, Suini, Ovini, Avicoli e, sempre più in crescita, di Pesci (folle l’allevamento del salmone con tanto di colorante rosa nel mangime) per cibarsene senza però nutrirsene ma anzi, assurdo nell’assurdo, subendone degenerazioni di più o meno lunga incubazione?

Anche a volerla vedere con occhi da onnivoro (contro ogni evidenza anatomica), degli animali destinati a diventare alimento, a rigor di logica, dovremmo averne un’attenta cura visto che poi ce ne cibiamo e non lasciarli trattare nella infernale maniera Amadori.
Decenza vorrebbe che i tg segnalassero  come mostruoso anche quel genere di comportamenti anziché discettare informazioni come pastura  affinché tutto fili lisco fino alla tomba. Quella dello telespettatore ovviamente. Una vergogna!

Anche i social media non sono da meno.
Su facebook troppi amanti dei cani o gatti (vi è una diatriba tra le due tipologie di affezione) si professano struggenti amanti degli animali ma incapaci di rinunciare ad un hamburger o ad un kebab (che solo un mago sa indovinare cosa ci sia dentro) perché poi subirebbero una qualche sorta di carenza nutrizionale a loro misconosciuta.

IPOCRITI!

Di spina dorsale oltre che di buon senso, ecco di cosa siete carenti.

Accecati dalla stupidità ed arroganza si ricalca un comportamento abitudinario e mortifero nonostante le evidenze.

ALT! PRECIPIZIO!

Ecco cosa dovrebbero passare durante i tg! Dovrebbero ricordarci che questo pianeta è la nostra casa e noi la stiamo distruggendo.

Minus habens homo sapiens!

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Le ammine eterocicliche, possibili cancerogeni per l’uomo

06 Luglio 2016 Posted by Considerazioni dal mondo vegan

Le ammine eterocicliche sono composti che si generano da alimenti proteici come la carne o il pesce durante la cottura.

Il problema è che questi composti sono mutageni, cioè alterano la struttura del DNA, innescando processi che possono portare alla trasformazione delle cellule da normali a tumorali.

Sulla base dei dati disponibili, raccolti da studi in vitro o su cavie animali (purtroppo), l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) classifica le ammine eterocicliche come possibili o probabili cancerogeni per l’uomo.

Insomma, manca ancora la prova definitiva che queste sostanze provochino direttamente il cancro, ma ci sono sempre più indizi che suggeriscono come il loro consumo potrebbe essere collegato alla comparsa di alcuni tumori, per esempio del colon, dell’intestino, della prostata e della mammella.

Non solo: di recente si è anche cominciato a osservare che le ammine eterocicliche hanno effetti negativi sulla funzionalità delle cellule cardiache e potrebbero dunque essere implicate nel rischio cardiovascolare.

Ecco perché è buona norma evitare il più possibile di entrare in contatto con queste sostanze ovverosia non mangiare carne.

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