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Tradizione culinaria errata e salute

29 Dicembre 2015 Considerazioni dal mondo vegan

Da adulti troppo spesso parliamo di tradizione culinaria, di cultura gastronomica per esaltare stili alimentari i cui effetti, sulla nostra salute e sull’ambiente, sono devastanti.
Questo perché ciò che definiamo tradizione non è altro che lo stile alimentare ereditato dalle abitudini familiari oltre che dai condizionamenti ambientali.

Facciamo un passo indietro

Il primo contatto alimentare

Appena nati, il primo contatto alimentare lo abbiamo con il latte materno.
Le nostre papille gustative sono ancora intatte e libere da ogni contaminazione o imprinting gustativo per cui il suo sapore ci piace così com’è.
Ricco di nutrienti bilanciati (minerali, vitamine, grassi, proteine, zuccheri, anticorpi) ne facciamo incetta a colazione, pranzo, merenda e cena.

Dopo qualche mese

con la fase di svezzamento ci fanno conoscere le prime pappine a base di mele grattugiate (guarda caso frutto ricco di nutrienti bilanciati), potage di verdure con cucchiaio di olio di oliva extravergine e cose così. Il tutto sempre rigorosamente insipido e realizzato con ingredienti di primissima qualità.

Dal sesto/settimo mese in poi

con l’avvento dei denti e con grande partecipazione familiare, inizia la follia:
iniziano a passarci tutte le salate, piccanti, iper-caloriche, iper-proteiche, amare, frizzanti, alcooliche, “cattive” loro abitudini alimentari.
In sostanza, e in piena buonafede ovviamente, quello che avviene è un vero e proprio processo d’iniziazione verso un modo di alimentarsi completamente deviante dalla propria natura di specie.

Il paragone con il vizio del fumo è più che appropriato.

A transfert compiuto il fumatore si sente normale quanto chi non lo è, sebbene è sotto gli occhi di entrambi, che le cose non stanno proprio così.

tradizione-culinaria-dai-primi-mesi-di-vitaIl punto è, che se dopo il latte materno avessimo incominciato a nutrirci di sole verdure e frutta escludendo tutto il resto (comprese tutte quelle sostanze figlie della moderna industria alimentare), parleremmo ugualmente di tradizione e cultura riferendoci al nostro stile culinario solo che i fondamenti sarebbero veritieri.
Di fatti, i bambini lasciati liberi di mangiare solo prodotti naturali senza sofisticazione alcuna, non solo non hanno avuto problemi durante il loro sviluppo ma si sono dimostrati più resistenti alle malattie così dette dell’infanzia oltre che a quelle di stagione.
Con l’occasione, chiarisco che per i veganocrudisti le malattie stagionali non esistono in quanto, avendo un sistema immunitario non indebolito dall’alimentazione carnea, i livello di batteri patogeni è sempre sotto controllo.

Il luogo comune che nel volgere delle stagioni è normale avere una maggiore sensibilità agli attacchi microbici o virali vale solo per gli onnivori il cui sistema immunitario è sempre in deficit di Monociti e Linfociti.

Sarà magari il caso di riflettere un po’ e rivedere la nostra tradizione culinaria modificando il nostro modo di nutrirci e di nutrire i nostri figli?

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