LA PRIMA RIVOLUZIONE VEGANA
26 Agosto 2016 Considerazioni dal mondo veganXXII° secolo: LA PRIMA RIVOLUZIONE VEGANA
A quel tempo la gente era arrivata ad acquistare prodotti alimentari che in verità sarebbero dovuti essere classificati come immondizia.
Ecco, ad esempio, come veniva fatta una merendina per i bambini dell’epoca:
Com’è era stato possibile ridursi in quello stato di cretinismo generale?
La struttura economica del sistema in cui essi vivevano poneva al vertice poche centinaia di persone senza amore che decidevano le regole che tutti gli altri dovevano accettare.
Le organizzazioni su cui si basava questo sistema, le banche e le imprese, diventarono sempre più grandi, centralizzate e lontane dagli interessi collettivi, mentre le piccole e le medie attività economiche, queste sì vicine alle esigenze della popolazione, furono indotte sempre più a sottostare al potere delle grandi strutture economico-finanziarie.
Istituti come l’FMI, il WTO, la Banca Mondiale, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, la Commissione Europea provocarono la perdita di potere degli Stati a favore dell’élite economico-finanziaria oggi conosciuti come Neo Aristocratici.
Il legame fra il vertice della piramide (corporation e banche) e la gente comune si basava sul bisogno materiale
Il vertice presiedeva alla creazione delle regole, finanziarie e dei prodotti alimentari e di altro genere, mentre la gente comune acquistava tali prodotti e doveva sottostare alle regole bancarie.
Per fare in modo che la gente comune accettasse il sistema passivamente, anche quando lo riteneva iniquo, venivano utilizzati i media.
La cultura diventò sempre più un prodotto selezionato e scelto dalla stessa élite che si trovava al vertice della piramide. L’intrattenimento, la pubblicità e persino la produzione letteraria, tesero a sottostare al sistema rispecchiandone le regole fondamentali.
Tali regole riassunsero nel creare nuovi bisogni materiali e in una dipendenza sempre maggiore dei prodotti, anche quelli inutili
Persino lo stile di vita e le abitudini alimentari si intesero come plasmabili attraverso i media e le pubblicità.
La vera cultura, come libero prodotto della creatività e dello spirito umano, venne sempre più soffocata da un sistema basato sul bisogno materiale e sul profitto.
La famiglia, la scuola, le religioni e in generale la società operò per produrre individui omologati, incapaci di distinguere quello che apparteneva alla loro personalità da quello che invece veniva imposto dalla società in cui vivevano.
Un elemento che rese possibile trasformare un essere umano in una pecora docile e passiva fu l’immaturità emotiva
Nelle società occidentali era comune trovare persone adulte anagraficamente ma che nella loro vita emozionale era immatura. L’età mentale media degli individui non superava i tredici anni; persino un uomo di settant’anni poteva avere un’età mentale compresa tra i dieci e tredici anni.
Cosa significa?
È semplice: la persona, emotivamente, smetteva di crescere a quell’età, il suo corpo proseguiva nello sviluppo, la mente invece si fermava. Tutto questo era possibile a causa dell’uso massivo delle tecniche di manipolazione tramite dei mass media.
Le menti adulte erano considerate pericolose perché avrebbero visto tutte le assurdità che si consumavano nel nome della cultura, della società, della religione, della salute ecc.
L’oppressore sfruttava la debolezza delle masse, che non veniva più percepita dagli individui come tale, poiché lo stesso oppressore si curava di diffondere una propaganda mistificatrice della realtà e della reale condizione delle persone.
Gli individui vennero schiavizzati ed omologati a causa della loro stessa predisposizione a soccombere, intesa come immaturità emozionale e mancanza di consapevolezza di se stessi e dei tanti metodi per schiavizzare. La schiavitù produsse uno stato perenne di tristezza e stress, che di solito le persone tesero a giustificare attraverso problemi economici, affettivi o lavorativi.
Fortunatamente, come la storia ci ha insegnato, è dalle minoranze coraggiose che partono le scintille per le rivoluzioni sociali.
Così, anche in quella situazione fortemente compromessa, dal 2009, lentamente ma inesorabilmente, ebbe inizio quella che oggi conosciamo come la Prima rivoluzione vegana.