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Mangiare carne è un automatismo

29 Agosto 2016 Considerazioni dal mondo vegan

È l’automatismo, stupido!

Quando si è bambini si è totalmente dipendenti dalle scelte e dalle abitudini dei genitori (o di chi ne fa le veci) e dell’ambiente socio culturale di appartenenza.
Il modello esistenziale di un individuo è totalmente “programmato”, in maniera quasi totalmente acritica, dall’ambiente che lo ha circondato per tutti i suoi primi 10 anni di vita.
Lingua, Credo religioso, abitudini alimentari, visione del mondo e molto altro sono la conseguenza diretta di quanto si è assorbito senza colpo ferire.

Quello che sarà il nostro corredo comportamentale deriva da veri e propri automatismi

È interessante, ad esempio, vedere come la scelta di mangiare carne di cavallo piuttosto che di coniglio o di cane provochi, nella stessa comunità di “convinti” mangiatori di carne, divisioni inconciliabili solo perché le loro abitudini familiari e socioculturali gli hanno impresso diversi automatismi.

Se mangiare coniglio è impensabile per un Inglese, per un Italiano si tratta di tradizione.
Analogamente, se per un cinese mangiare carne di cane o di topo è una specialità da gustare in sagre e feste collettive, per un inglese e un italiano si tratta addirittura di un mostruoso delitto da punire con la galera. Eppure i tessuti carnei delle specie animali sono strutturalmente e fisiologicamente identici.

Sarà forse colpa di quegli automatismi che nulla hanno a che fare con la ragione ed il buon senso?

Quando qualcuno ridestatosi ci disse: “Ehi! Guardate che mangiare carne non rientra nella nostra caratteristica fenotipica. Le nostre anatomia, fisiologia, produzione ormonale e composizione sanguigna ci ricordano che, come i nostri parenti primati, siamo frugivori e parzialmente erbivori” tutto il mondo dei sapientoni giù in massa a bastonarlo!

Come tradizione Galileiana vuole, i primi riscopritori di quella che oggi consociamo come “dieta originaria” furono ricercatori e medici illuminati che pagarono a caro prezzo i loro studi osservazionali.
Vennero banditi dalla comunità scientifica e bollati come visionari nonostante i loro metodi scrupolosi e le evidenze inappuntabili.

Tutto questo principalmente a causa degli automatismi cementificati nelle menti di uomini e donne – finanche in coloro che della ricerca e dello studio ne avevano fatto il loro capisaldi.

Certo, l’interesse al mantenimento dello status quo unitamente alla paura di perdere la posizione sociale conquistata concorsero pienamente all’ostracizzazione di questi studi.
Tuttavia non possiamo non tener conto dell’assurda decisione assunta da queste personalità – riconosciute ufficialmente come luminari – di non voler minimamente prendete in considerazione queste evidenze preferendo la stupida continuazione di un modello alimentare e consumistico scellerati solo perché oramai parte dei loro automatismi.

Quando viene a galla la mia alimentazione vegana durante una qualsiasi conversazione

intrapresa con chi non lo è, da questi ricevo quasi sempre una reazione automaticamente indignata ed offesa. “Noo, per carità!”, mi sento dire, “Non venirmi a parlare di veganismo. Siete dei fanatici estremisti”.
Quando poi faccio presente che gli allevamenti intensivi, oltre che condannare ad una vita d’inferno quei poveri animali, inquinano, producono carne carica di antibiotici zeppa comunque di batteri farmaco resistenti e contaminati tali da portarci all’autoestinzione replicano: “Prima o poi tutti si deve morire”.

Appunto!

Negare l’ovvio è come volersi convincere che la morte non esiste nonostante sia l’unica certezza che ognuno di noi possiede dopo essere nati. Ergo, quant’è vero che si deve morire, sappiate che mangiare carne e suoi derivati oltre che anticiparla con notevoli acciacchi e malattie (cancro in primis) porta inutili e indicibili sofferenze anche ad altri esseri viventi che non hanno colpa alcuna se non quella di condividere con noi questo pianeta.

Vogliamo continuare ad applicare automatismi stupidi o decidiamo una volta per tutte di essere Homo Sapiens?

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