LA SCELTA VEGANA, CAMBIARE CON CONSAPEVOLEZZA
Ringrazio gli Amici di Vegan Place per aver organizzato un evento così importante e stimolante come il Vegan Place Festival che si terrà a Fermo dal 16 al 18 settembre p.v.
Li ringrazio di avermi invitato e coinvolto nella pratica della cucina e nella presentazione del mio libro “Alimentazione vegan per non vegani”.
Sono qui a fare riflessioni che nascono da un’esperienza oramai trentennale nel campo dell’alimentazione vegetariana, vegana, macrobiotica.
Negli ultimi 30 anni sono cambiate molte cose, tra le quali, la più importante per il contesto di questa riflessione, è un’adesione planetaria, globale, di una consistente parte della popolazione all’alimentazione vegetariana in primis, e dell’alimentazione vegana di conseguenza.
Mentre fino a pochi anni fa l’approccio a queste alimentazioni di nicchia era riservato a pochi “fissati”, ora i “fissati” sono tanti e tra questi “fissati” troviamo la crème dello star system di Hollywood, personaggi politici, cantanti, scrittori, atleti, personaggi di fama mondiale che si dichiarano apertamente vegetariani/vegani, rendendo tremendamente fuori moda chiunque sia legato ancora al concetto di alimentazione carnivora a tutti i costi! Cito al volo Leonardo Di Caprio, Carl Lewis, Bill Clinton, Jovanotti, Ariana Grande, Beyoncè e Jay-Z, perfino Mike Tyson (solo per citarne alcuni).
Questo fenomeno di massa non è solo una moda a caso. E’ un’esigenza collettiva fisica, mentale e spirituale.
Le diete “Green” hanno di certo un immediato riscontro sulla salute fisica di chi le approccia, ma soddisfa anche bisogni mentali legati ad un armonia tra le varie parti del corpo, del cervello. Non solo, l’accezione pacifista in difesa degli animali, ci rende partecipi di un principio altamente spirituale che è quello contro la violenza, contro lo sfruttamento e la schiavitù di ogni essere vivente.
Eppure dietro un principio di tale elevatezza si nascondono trappole di ogni tipo, che portano a deviare la verità assoluta sopra espressa in favore di una verità relativa e personale di comodo.
Diceva Guccini: “Chi glielo dice a chi è giovane adesso di quante volte si possa sbagliare…”. Per evitare errori che possono portare anche a danni fisici, mentali, emotivi e spirituali molto gravosi, bisogna cercare una chiave di lettura, rendendo il proprio cammino il più possibile consapevole. Per questo nel mio libro evidenzio i normali errori di gioventù di percorso (non di età) dando il giusto valore a queste esperienze, assolutamente positive se inquadrate nel giusto modo.
Il primo errore che evidenzio e che qui voglio condividere con Voi, è l’estremismo!
Non è estremista chi fa esperienze estreme. La maggior parte delle volte, queste esperienze se fatte in libertà e consapevolezza, sono il sistema riequilibrativo di situazioni precedenti.
Personalmente nel mio percorso di vita ho sperimentato diete vegane molto semplificate per anni o la famosa Dieta n. 7 di Gerges Ohsawa, fondatore della macrobiotica, per 45 giorni, verificando con analisi del sangue ogni 10 giorni il mio stato di salute, e potrei proseguire con altre sperimentazioni fatte.
Sicuramente sono state esperienze estreme, funzionali al mio stato di salute del momento, o a mie esigenze mentali e spirituali. Non è la mia strada per sempre, non è la strada per tutti.
L’estremista è colui che pretende di generalizzare proprie esperienze personali ad un sistema assoluto di valori, dando ad intendere che quella strada (occasionale e spesso inconsapevole) è la via del nuovo cammino dell’umanità! Ed è ovviamente estremista chi ritiene di essere depositario dell’unica verità.
Particolarmente pericoloso (per se e per gli altri) è utilizzare la logica razionale per definire questa via messianica.
Esempi casuali: Io mangio così e sto meglio, quindi chi mangia così sta meglio; io seguo il percorso salutistico per cui prendo tutto ciò che fa bene alla salute e se fa bene, lo prendo di più che fa sicuramente più bene. Seleziono i cibi, le persone, tutto nella mia vita perché voglio essere coerente. Io sono animalista e non mangio carne e sono vegano, non voglio niente di animale, se ho i pidocchi non li uccido, bevo acqua senza batteri per non ucciderli, e così via. Io sono un difensore degli animali e uccido chi uccide gli animali… e così via.
La logica razionale è una logica che nasce (secondo gli insegnamenti della Tradizione Orientale) dall’eccessiva stimolazione proprio di carne e prodotti animali sulla parte sinistra del cervello. La Scienza ci dice che è quella dominante, con un 10 % che noi utilizzeremmo, situato proprio lì.
In Oriente non la vedono così.
Grazie all’Oriente scopriamo che le logiche dell’uomo sono almeno 5. C’è ad esempio la logica dell’Amore, quella dell’Equilibrio e tante altre da scoprire, per riscoprirci e soprattutto per scegliere.
La scelta vegana ad esempio è esattamente agli antipodi di questa logica razionale. E’ una scelta creativa che necessità di continue scoperte e sperimentazioni, legata al concetto di Giustizia e di libertà. Libertà per sé stessi e per gli altri. Scegliere una strada vegana significa innanzitutto cambiare il proprio modo di pensare, liberarsi dalle false credenze, coscienti che però esse sono radicate nel nostro subconscio!
Di solito si è estremisti perché si pretende (spessissimo inconsciamente) che gli altri ci diano la forza di portare avanti scelte di cui non abbiamo compiuta conoscenza. A fronte di una critica, più o meno costruttiva, ci si oppone con critiche difensivistiche. Nasce così lo scontro “vegani contro carnivori” e così via. Lo scontro non è nella logica vegana. Tutti hanno la loro parte di ragione ma nessuno ascolta l’altro.
E’ nella logica vegana invece il confronto per una crescita comune.
Dovremmo ricordarci tutti che ogni modalità di alimentazione umana ha una parte fondamentale vegana.
I “carnivori” (ammesso che esistano come categoria di uomini…) sono vegani almeno al 70%! Chi mangia il cibo “fast food”, è vegano almeno al 60%.
I vegetariani sono vegani almeno al 90/95%. Quindi già da qui si evidenzia che le cose che ci uniscono come esseri umani sono molte di più di quelle che ci dividono.
Il Vegano appare pericoloso perché ha il coraggio di fare scelte importanti, etiche, che toccano la coscienza di tutti. E’ una rinuncia a qualche cibo per speriementare una miriade di altri cibi.
Della dannosità degli allevamenti animali a livello ambientale globale, a livello di qualità nutrizionale, se ne parla da tantissimo tempo. La violenza sugli animali allevati che si riversa su chi poi li consuma, sia a livello energetico, che a livello chimico, biologico, emozionale, è noto. Mentre fino a poco tempo questo era fonte di indifferenza, ora non più! Gli allevamenti stanno chiudendo o stanno cercando di rifarsi il lifting con (purtroppo presunti!) “allevamenti a terra”. Quel che è certo è che la coscienza collettiva sta crescendo e con essa il numero di vegetariani/vegani.
In generale l’estremismo ha 2 facce. Da una parte è l’occasione per una maggioranza di persone di dissentire a priori mentre dall’altra trova adepti convinti della propria presunta superiorità! In sostanza permette a tutti di evitare approfondimenti che sarebbero importanti per tutti!
La strada vegana non è un’invenzione recente. E’ il punto di arrivo di tutte le Grandi Religioni dell’Uomo, di tutti i percorsi iniziatici, di tutte le strade spirituali.
Sottolineo: il punto di arrivo! Dopo un cammino di conoscenza e di depurazione. Dopo aver vissuto le schiavitù delle passioni, delle visioni di parte, della materialità, quando si passa ad un altro livello di visione.
Un livello dove ci sentiamo parte del tutto, quel livello che la fisica quantistica definisce “Entanglement”, ossia unione o sovrapposizione di più sistemi. L’alimentazione vegana aiuta nella comprensione dei livelli sottili dell’esistenza, se si comprende le sue potenzialità e soprattutto se è ciò che si sceglie!
Questo comporta il superamento della lotta, della violenza, dell’adesione ad una etichetta qualsiasi. Si è! Punto! Ovvio che non è l’unica via alla spiritualità! Ma bisogna farci i conti!
La strada vegana è legata alla visione più alta dell’uomo ma, attenzione, va fatta “cum grano salis” ossia con buonsenso.
Non possiamo dimenticare né rinnegare chi siamo. Mentre la tradizione orientale è vegetariana/vegana da millenni, in Italia e in Occidente no! Abbiamo esigenze fisiologiche che vanno rispettate.
Una mia carissima amica di Milano, da sempre sensibile alle visioni spirituali e di giustizia di questo pianeta, dopo aver praticato per un po’ di tempo la dieta vegana, si sente male. Una sempre maggiore debolezza e disturbi vari la portano prima a d una serie di esami. In sostanza scopre che la dieta vegana non faceva per lei. Per stare bene di salute ha dovuto scegliere la dieta “paleolitica”, all’esatto opposto.
Ora questo significa che lei ora non è più contro la violenza, conto lo sfruttamento degli animali, contro gli allevamenti industriali?
No! Significa solo che ha dovuto fare i conti con il suo corpo, con la sua storia personale, con le sue esigenze fisiche. Non dimentichiamo che le “popolazioni indigene” del nostro pianeta, se proprio hanno esigenze di prodotti animali, lo fanno con estremo rispetto degli animali stessi, di cui ringraziano il sacrificio!
La loro spiritualità non è inficiata da questo gesto, all’opposto esaltata! E’ l’eccezione legata alla sopravvivenza, ben diverso dal consumismo imperante nei nostri supermarket!
Il corpo ci dice cosa è meglio per noi. La Legge fondamentale della salute è la legge del Cambiamento!
Per questo oggi la dieta vegana è la migliore dieta salutista dell’Occidente! Perché per una popolazione che negli anni 60 e 70 del secolo scorso mangiava su invito dell’Istituto Nazionale della Nutrizione dal 50 al 60% di carne e proteine animali, i problemi conseguenti al quel consiglio assolutamente scriteriato oggi possono essere risolti da una buona dieta vegana. Il balzo in avanti delle malattie degenerative in termini numerici è facilmente collegabile a chi lo vuol vedere all’aumento dei consumi di carne e prodotti animali in genere.
Allora il cambiamento vegano diventa un’esigenza collettiva, ora più che mai.
Per comprendere le radici di un problema, bisogna vedere la storia della persona. Quello che si è consumato di più, fatto di più, va cambiato, all’occorrenza eliminato, per riportare ad un giusto equilibrio.
Così, a titolo di corretta informazione, diventa altrettanto evidente che per una popolazione vegetariana da sempre, se ci sono problemi fisici, la soluzione può essere nella carne o in prodotti animali. Bisogna evitare sia il dogmatismo che ogni forma di giudizio sulle scelte altrui per la Libertà di fare ognuno il proprio percorso di vita.
La legge fondamentale è quella del cambiamento! Non esiste una scelta sbagliata a priori, esistono solo “errori perfetti” in funzione della nostra evoluzione spirituale!
E’ sempre nella Tradizione o nell’esperienza decennale che troviamo risorse per fare un proprio cammino in sintonia con le scelte ideologiche, religiose o etiche. Pur essendo ognuno diverso, ci troviamo spesso davanti a degli step comuni. Come affrontare quelle che in Oriente vengono chiamate “scariche” corporee che durante il cambiamento provocano fastidi assimilabili la concetto di “malattia”? I rimedi naturali ci sono, la stessa alimentazione modificata diventa rimedio, senza eliminare a priori il ricorso alla medicina allopatica in caso di necessità. Sperimentare si ma con buon senso.
Soprattutto è bene comprendere delle tante proposte che girano su internet o sui libri di settore quale siano quelle più adatte alla propria persona.
Per esempio è molto decantato il decalogo che gira della dieta cosiddetta alcalina, la quale dà indicazioni di mangiare frutta e verdure alcalinizzanti, mentre sono da evitare “Tutti i cibi cotti”e il “sale”. Poi dice anche che ad esempio il limone pur essendo acido è consigliato perché il corpo “reagisce” in funzione alcalinizzante. Sono ottimi consigli, ma non sono consigli per tutti!
E’ una strada vegana, non è l’unica strada vegana!
Occorre contestualizzare ogni scelta per comprenderne valore e limiti.
La dieta indicata come “alcalina” è in sostanza una manifesto di dieta crudista, più che di dieta alcalina.
La dieta crudista è un’ottima dieta, altamente depurativa, molto adatta in quelle latitudini dove il caldo è dominante (equatore e paesi limitrofi), è un’ottima dieta per malattie collegate a fegato/polmoni e organi attinenti, è un’ottima dieta estiva. Non è però una dieta adatta a tutta la popolazione mondiale, non è una dieta adatta per tutte le stagioni, non è una dieta per le persone deboli e malate cronicamente.
Per le popolazioni dei paesi nordici o polari, è una dieta improponibile se non per brevissimi periodi. D’Inverno è una dieta che impedisce al corpo di adattarsi normalmente al freddo esterno.
Una persona debole o malata cronicamente, che ha una situazione di scarsa energia, di scarso calore interno, la dieta crudista peggiora la situazione.
In queste situazioni è decisamente più funzionale una dieta vegana cotta! D’inverno occorre cucinare i cibi a lungo. Quel calore che ci arriva da quel cibo ci fa stare bene al freddo! Abbiamo un sistema nervoso periferico che se giustamente nutrito, in armonia con le stagioni, ci fa stare bene in ogni clima e latitudine. E’ quindi buona cosa comprendere come aiutarlo.
Il sale è un tema da rivedere. Ci sono tanti tipi di “sale”. Normalmente li chiamiamo “Sali minerali” e sono fondanti della salute umana. Il sale marino integrale ad esempio è un unione di diversi minerali (magnesio, silicio, potassio, sodio, iodio, etc. etc.) ed esercita un’azione benefica a tanti livelli. Il sale marino integrale è il cibo alcalino per eccellenza! Riscalda, dinamizza, aumenta la funzione vitale dell’organismo!
Un cibo acido, ad esempio i cereali, cucinato con acqua e sale marino integrale, diventa alcalinizzante!
La cucina da sempre è il sistema di modificare chimicamente le caratteristiche dei cibi in base alle nostre esigenze. Dimenticare questo, significa dimenticare da dove veniamo!
Il Sale raffinato è solo sodio ed è un alimento molto specifico e anomalo!
Come il limone stimola una reazione alcalina, il sale raffinato stimola una reazione acida, perché è troppo specifico. E’ noto che i danni alla salute umana sono dati dalla troppa raffinazione dei cibi. In particolare sale raffinato, farina raffinata, zucchero raffinato, sono tra i principali colpevoli delle problematiche salutistiche moderne!
Il corpo tende sempre all’equilibrio. A fronte di una eccessiva raffinazione si creano reazioni altrettante eccessive.
Una dieta vegana/vegetariana senza sale, nel medio e lungo termine è seriamente pericoloso!
La dieta senza sale ha senso per chi è brevilineo, per chi ha fatto un abuso di carne, in particolare insaccati e carni salate, per chi ha una struttura forte indebolita da situazioni di stress, di eccessiva attività lavorativa, da chi ha problemi nella parte bassa del corpo (intestino crasso, prostata, utero, ovaie, testicoli, gambe, etc), per un breve periodo che va da 3 a 6 mesi massimo! Sto parlando di dieta completamente senza sale!
Essere consapevoli che il sale integrale, come ogni cosa, va gestito, integrato, equilibrato, utilizzato, in una dieta rispettosa delle nostre particolari esigenze è basilare! Il troppo storpia in ogni cosa ma anche la carenza!
Esiste un unico sistema per evitare di farsi del male! Diventare nutrizionisti di noi stessi! Solo ciascuno di noi può sapere cosa gli serve mangiare!
Nel mio libro troverete una guida a farlo con consapevolezza, nel rispetto delle vostre scelte ideologiche e spirituali.
Da troppo tempo l’Occidente vive in un costante allontamento tra le esigenze fisiche, mentali, emotive e spirituali. La strada del nostro presente/futuro è quello di riunire il nostro essere, allineato verso il futuro che ciascuno vuole per sé, con la consapevolezza che siamo molto più di uno, ciascuno di noi è il tutto!
Siamo, volenti o nolenti, una particella di Dio!
Mauro Garbuglia