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Cosa comporta l’assimilazione dei nutrienti

04 Novembre 2015 Considerazioni dal mondo vegan

L’apparato digerente è deputato alla digestione ed all’assimilazione dei nutrienti necessari al nostro organismo. Il suo funzionamento e lo stato di efficienza sono fondamentali per determinare la nostra salute generale.

Dalla bocca fino allo sfintere l’apparato digerente, in oltre 8 metri, svolge funzioni complesse e coordinate che è doveroso sapere in quanto le nostre energie, oltre all’esercizio del pensiero e muscolare, vengono spese proprio per il suo funzionamento. Non a caso una delle regole più importanti è far sì che le energie apportate tramite la digestione siano maggiori e migliori di quelle impiegate per le sue azioni.

Una scelta alimentare errata genera squilibri metabolici, causa l’insorgenza di tutte le malattie, in special modo quelle moderne, di cui siamo afflitti.

Gli elementi nutrizionali di cui abbisogniamo si dividono in macro e micro nutrienti. I macro nutrienti sono caratterizzati da Grassi, Zuccheri e Proteine mentre i micro nutrienti sono costituiti dalle Vitamine e dai Sali Minerali a loro volta suddivisi in oligoelementi.

La digestione, come tutti sappiamo, inizia dal cavo orale attraverso l’utilizzo di due file di denti (superiori e inferiori) funzionali alla masticazione. La disposizione e la conformazione delle nostre arcate dentarie, prive di canini, unitamente al movimento laterale della mandibola, esclusività delle specie frugivore ed erbivore, dovrebbero suggerirci di già a quale genere di alimentazione siamo destinati. Dopo un’accurata masticazione, una volta deglutito, il cibo, tramite l’esofago, si dirige verso lo stomaco.

Quest’organo, oltre a svolgere la funzione digestiva, regola il nostro senso di sazietà. Fatto a forma di J è composto da muscoli che, contraendosi, riducono il cibo ad una sostanza parzialmente liquida detta chimo. Le ghiandole gastriche secernono succo gastrico (acido cloridrico), vari enzimi ed una sostanza chiamata glicoproteina o fattore intrinseco. In tale organo inizia la scomposizione delle proteine e dei carboidrati. La parete dello stomaco è protetta da un muco ricco di bicarbonato di sodio, prodotto dalle cellule epiteliali interne. Dopo diverse ore di permanenza nello stomaco (a seconda della quantità e della diversità degli elementi  possono volerci dalle 2 alle 6 ore), il chimo scende nel duodeno (prima parte dell’intestino tenue) dove il grasso contenuto non è stato ancora scomposto.

A questo compito si attiva il fegato, che secerne la bile per poi versarla nel duodeno. Tale liquido scompone i grassi in goccioline (lipasi epatica) rendendoli più semplici da aggredire dagli enzimi pancreatici. Il chimo a questo punto arriva all’intestino tenue, dove il pancreas rilascia diverse secrezioni, tra le più importanti ricordiamo il bicarbonato, capace di neutralizzare l’acido cloridrico presente nella massa alimentare.

Il pancreas inoltre rilascia degli enzimi che digeriscono buona parte delle proteine e dei carboidrati (assimilasi pancreatica) ed oltre il 90% dei grassi. Un’altra funzione importantissima del pancreas è la produzione d’insulina.

Durante il percorso nell’intestino tenue il cibo è letteralmente scomposto in singoli componenti sottoforma di siero che i villi intestinali (cellule eteroclite), che aumentano la superficie dell’intestino tenue fino a circa 400 mq, si attivano per l’assorbimento dei nutrienti. All’interno dei villi ci sono capillari e minuscoli canali linfatici che raccolgono i nutrienti e li immettono nel flusso sanguigno e nel sistema linfatico.

Infine il residuo del siero alimentare giunge nell’intestino crasso (colon) dove risiedono milioni di batteri (flora batterica) funzionali alla scomposizione di ciò che resta (soprattutto fibre solubili) e sintetizzare alcune vitamine (B12 e K). L’intestino crasso, in ultimo, assorbe il 90% dell’acqua presente nel bolo residuale producendo la sostanza di scarto della feci. Non a caso l’infiammazione di questa parte dell’intestino provoca episodi di diarrea.

Da questa breve descrizione possiamo ben comprendere quanto straordinarie siano queste funzioni ed anche della loro particolare delicatezza. L’apparato digerente lavora al massimo dell’efficienza riciclando il più possibile e scartando solo ciò che non è  possibile recuperare. Conoscere cosa si sta ingerendo diventa fondamentale. Invece, influenzati dalle cattive abitudini, dalla disinformazione dei medici e dalle pubblicità, selezioniamo il cibo esclusivamente in ragione del suo gusto ignorando completamente se apporterà nutrimento o se sarà, fosse anche in minima parte, nocivo.

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