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Camillo Benso conte di Cavour: vittima dei medici

09 Settembre 2016 curiosità e consigli

Camillo Benso

[l 29 maggio 1861 Cavour ebbe un malore, attribuito dal suo medico curante ad una delle crisi malariche che lo colpivano periodicamente da quando – in gioventù – aveva contratto la malaria nelle risaie di famiglia del vercellese. In questa occasione tutte le cure praticate non ebbero effetto, tanto che il 5 giugno venne fatto chiamare un sacerdote francescano suo amico, padre Giacomo da Poirino ].

Questo è quanto ancora oggi troviamo riportato nei sussidiari e nei documenti ufficiali concernenti la morte di colui che fu, seppure con molte ombre, il principale artefice dell’unità d’Italia Camillo Benso conte di Cavour.
Tuttavia, come dimostrano i documenti Britannici recentemente desegretati i cui contenuti sono di seguito riportati, i fatti andarono in altro modo e la sua dipartita è totalmente da attribuirsi alla classe medica, oggi come allora, foriera di pratiche – ex post – descritte come barbare. Come si dirà tra qualche anno nei riguardi della chemio!

Ecco i fatti:

Cavour morì il 6 giugno 1861, dopo una settimana di malattia.
Il giorno precedente le sue condizioni si erano improvvisamente aggravate. Nel disperato tentativo di salvargli la vita, i famigliari avevano deciso di rivolgersi per un consulto a dei luminari: Dott. Alessandro Ribeni e Dott. Angelo Camillo Maffoni rispettivamente medico della casa reale Savoia il primo e fondatore dell’accademia di Medicina di Torino il secondo.  Il loro intervento fu caratterizzato dall’applicazione di estenuanti e ripetuti salassi.  Il 7 giugno, il giorno dopo la morte, il deputato Lorenzo Valerio a tal proposito ebbe a scrivere: “Con una così robusta costituzione, a cinquantun anni morire in quel modo!
Quei medici meriterebbero la morte”.
Il patriota marchigiano e medico insigne Dott. Diomede Pantaleoni ebbe a comunicare un telegramma in cui esprimeva tutto lo sdegno per quei salassi applicati, a suo dire, motivo della precoce di lui dipartita.

A confermarci la significativa responsabilità dei medici

ci sono i seguenti dispacci, di recente desecretati nel Regno Unito, tra sir. Hudson Ambasciatore britannico in Torino  e Lord Russell  ministro degli Esteri di sua maestà Britannica. “Dire che Cavour è morto stamani alle ore 7:05, non sarebbe la corretta definizione di un evento così nefasto. Sarebbe invece più veritiero dire che Cavour è stato condotto alla morte dai suoi fisiatri. Lo affermo apertamente, giacché penso  di non essere lontano dalla verità nel qualificare il decesso di Cavour come un assassinio compiuto dai medici.

I dottori – che per sette giorni non sono mai stati in grado di individuare la sua malattia – hanno prima dichiarato trattarsi d’infiammazione e, quindi, salassato Cavour per ben sei volte, estraendogli dieci libbre di sangue (4kg.).
Poi hanno affermato essere una febbre <perniciosa>  (malaria), poi hanno ipotizzato una febbre da tifo, poi una doppia febbre terzana, poi ancora un’infiammazione cerebrale, infine un attacco di gotta. Anche ammettendo che fosse stato colpito da una di queste infermità, com’è stato curato?

È stato salassato, ha assunto del chinino-oppio; è stato fatto sanguinare (dal naso, utilizzando una coppa di vetro); gli hanno poi collocato del ghiaccio sulla testa.
Il giorno precedente il decesso, alle 6 del pomeriggio Cavour ha ingerito un infuso di lauroceraso, e del vino bordeaux e della minestra alle 10:00”.

Il prunus laurocerasus è una pianta altamente tossica contenente glicosidi cianogenetici che liberano l’acido cianidrico, da cui si ricava per infusione il cianuro, uno dei veleni più potenti.
Al ministro degli Esteri inglese le notizie contenute nel rapporto dell’ambasciatore a Torino dovettero sembrare talmente sconvolgenti da indurlo a chiedere conferme ad alcuni dei più illustri medici britannici.

Il primo a cui si rivolse fu il Dott. William Jones, a cui fece avere la lettera di sir.
Hudson chiedendogli un parere scientifico.
Il responso arrivò a stretto giro di posta, l’8 giugno 1861.
Scrisse il Dott. Jones: “Pratico la professione medica dal 1805.
Di conseguenza, ho valutato con grande preoccupazione la continua perdita di sangue da parte del Conte di Cavour.
Se fosse stato curato in maniera razionale, egli sarebbe ancora in vita”.

Il quadro ora è decisamente più chiaro

L’ipotesi che si sia trattato di un assassinio appare storicamente più che fondata, pur mancando della prova scientifico-giudiziaria che si sarebbe potuta acquisire solo all’epoca dei fatti attraverso l’autopsia (che già veniva ampiamente pratica a quei tempi) e le inchieste della magistratura, se fossero state consentite.

 

 

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