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Aldo Moro: il presente ha sempre un passato

16 Settembre 2016 curiosità e consigli

Aldo Moro e l’operazione “Compromesso Storico”

Risale a novembre di due anni fa la richiesta formale del procuratore della Repubblica Luigi Ciampoli di procedere a carico di Steve Pieczenik – nel 1978 funzionario del dipartimento di Stato Americano inviato a Roma – per concorso nell’omicidio dell’onorevole Aldo Moro.

La notizia era di quelle clamorose ma non ottenne alcuna visibilità dai grandi media

E si spiega bene poiché Pieczenik fu inviato appositamente in Italia per fungere da consulente del nostro del Ministero degli Interni al tempo guidato dall’onorevole Francesco Cossiga.
L’iniziativa di Ciampoli, sebbene positiva, arriva con grande ritardo in quanto lo stesso Steve Pieczenik nel 2008 aveva reso noto pubblicamente il suo ruolo nella faccenda Moro, ammettendo di avere attuato una vera e propria manipolazione strategica affinché Aldo Moro fosse ucciso.
Bisogna altresì ricordare che vi fu anche un’inchiesta da parte del giornalista Webster Tarpley che fin d’allora chiamò in causa proprio Pieczenik come uno dei responsabili dell’operazione politica che condusse al rapimento e all’uccisione di Moro.
Notizia che anche allora finì nel silenzio.

Perché Pieczenik partecipò all’operazione?

Secondo le sue stesse parole: “Bisognava stabilizzare l’Italia dove un partito comunista stava per arrivare al governo”.
Siccome Moro era stato uno dei protagonisti di questa operazione conosciuta come <Compromesso Storico> era necessario liquidarlo.

Tutto questo spiega molte cose e non c’è ragione di dubitare delle parole dello stesso Pieczenik. Moro venne ucciso per non avere obbedito agli avvertimenti americani che lo dissuadevano dal fare questa operazione. Sappiamo che questi avvertimenti ci furono perché lo ricordò lo stesso Moro ai suoi collaboratori.

Al di là del fatto di vedere se questo processo avrà luogo oppure no, queste informazioni ci dicono molte cose

1)    Che ci fu uno Stato estero, gli USA, che cospirò contro la democrazia italiana. In sostanza, venne prodotto un golpe attraverso l’uccisione di Aldo Moro
2)    Che le Brigate Rosse, branco di criminali e stupidi, furono etero guidate.
Molti di loro non lo sapevano, alcuni invece, con molta buona probabilità, erano essi stessi degli agenti segreti.
Sappiamo che sul palcoscenico di Via Fani quel 16 Marzo 1978 c’erano, per usare le stesse parole del procuratore Luigi Ciampoli, “i nostri servizi segreti e quelli di altri paesi interessati a creare caos in Italia.”.
Di prove ce n’erano a iosa già allora.
Lo stesso Pieczenik, in un’altra intervista offerta a Gianni Minoli su Rai Storia, ribadì, attraverso una formulazione alquanto bizzarra, che “Aldo Moro doveva morire per sconfiggere le Brigate Rosse”.
Ricordiamoci che il controverso Licio Gelli, prima di morire, raccontò in una intervista su La7 che “Quasi tutti i vertici delle unità di crisi che avrebbero dovuto indagare sul rapimento e salvare Aldo Moro durante i giorni della prigionia erano iscritti alla Loggia P2”.
Ciampoli, per conto della Procura della corte generale d’Appello di Roma, chiama in causa un intero gruppo di ex Brigatisti che al tempo si trincerò dietro la facoltà di non rispondere su molte questioni riguardanti gli eventi di cui sopra.

Questi protagonisti di un complotto contro la democrazia hanno raccontato bugie una dietro l’altra coprendo se stessi per salvarsi la vita (o per la vergogna?) ma anche per salvare i burattinai che li guidarono.

Sono passati 38 anni da quei fatti drammatici ma analizzandoli potremmo capire meglio i colpi di Stato che sono in corso adesso – in questo momento – mentre state leggendo questo articolo.

Così come meglio si inquadrerebbero le azioni terroristiche che stanno bombardando la scena europea (Francia, Germania, Belgio) e altrove.

Capiremo meglio molte cose su ciò che sta accadendo adesso se ritornassimo a guardare quel che accadde in quegli anni in Italia.

 

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