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Sana alimentazione e… festività Natalizie

20 Dicembre 2017 Posted by curiosità e consigli, Dott.ssa Edy Virgili
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Giorgio Gaber: Libertà è partecipazione

19 Settembre 2016 Posted by curiosità e consigli

Giorgio Gaber: Libertà è partecipazione

Per chi non lo avesse ancora compreso, e sono ancora in troppi, l’obiettivo di tutta sta pacchiana e sfacciata dinamica delle regole di Bruxelles – dei compiti a casa che non torano mai – della crescita rimandata ogni anno  all’anno venturo e,
del più stupido quanto odioso :”abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità” sciorinato ai nonni imbalsamati davanti alle tv mentre i nipoti disoccupati over 25 sono affaccendati ad acchiappare Pokemon, l’obiettivo è il riformare lo stato sociale in un neo feudalesimo tramite l’espoliazione ed espripriazione delle risorse economiche, culturali e sociopolitiche del bel paese. Tutto il resto è noia!
Vorrei assistere a partecipazioni di massa a sit-it, cortei ed assemblee cittadine attraverso le quali discutere di idee alternative a questo lento spegnerci nel social media. Perchè se le denuncie condivise liberamente sui blog sono una risorsa importante, senza il loro riversamento nella realtà fisica arriveremo al punto di credere che la libertà si possa solo pensare ma non più esercitare.

 

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Aldo Moro: il presente ha sempre un passato

16 Settembre 2016 Posted by curiosità e consigli

Aldo Moro e l’operazione “Compromesso Storico”

Risale a novembre di due anni fa la richiesta formale del procuratore della Repubblica Luigi Ciampoli di procedere a carico di Steve Pieczenik – nel 1978 funzionario del dipartimento di Stato Americano inviato a Roma – per concorso nell’omicidio dell’onorevole Aldo Moro.

La notizia era di quelle clamorose ma non ottenne alcuna visibilità dai grandi media

E si spiega bene poiché Pieczenik fu inviato appositamente in Italia per fungere da consulente del nostro del Ministero degli Interni al tempo guidato dall’onorevole Francesco Cossiga.
L’iniziativa di Ciampoli, sebbene positiva, arriva con grande ritardo in quanto lo stesso Steve Pieczenik nel 2008 aveva reso noto pubblicamente il suo ruolo nella faccenda Moro, ammettendo di avere attuato una vera e propria manipolazione strategica affinché Aldo Moro fosse ucciso.
Bisogna altresì ricordare che vi fu anche un’inchiesta da parte del giornalista Webster Tarpley che fin d’allora chiamò in causa proprio Pieczenik come uno dei responsabili dell’operazione politica che condusse al rapimento e all’uccisione di Moro.
Notizia che anche allora finì nel silenzio.

Perché Pieczenik partecipò all’operazione?

Secondo le sue stesse parole: “Bisognava stabilizzare l’Italia dove un partito comunista stava per arrivare al governo”.
Siccome Moro era stato uno dei protagonisti di questa operazione conosciuta come <Compromesso Storico> era necessario liquidarlo.

Tutto questo spiega molte cose e non c’è ragione di dubitare delle parole dello stesso Pieczenik. Moro venne ucciso per non avere obbedito agli avvertimenti americani che lo dissuadevano dal fare questa operazione. Sappiamo che questi avvertimenti ci furono perché lo ricordò lo stesso Moro ai suoi collaboratori.

Al di là del fatto di vedere se questo processo avrà luogo oppure no, queste informazioni ci dicono molte cose

1)    Che ci fu uno Stato estero, gli USA, che cospirò contro la democrazia italiana. In sostanza, venne prodotto un golpe attraverso l’uccisione di Aldo Moro
2)    Che le Brigate Rosse, branco di criminali e stupidi, furono etero guidate.
Molti di loro non lo sapevano, alcuni invece, con molta buona probabilità, erano essi stessi degli agenti segreti.
Sappiamo che sul palcoscenico di Via Fani quel 16 Marzo 1978 c’erano, per usare le stesse parole del procuratore Luigi Ciampoli, “i nostri servizi segreti e quelli di altri paesi interessati a creare caos in Italia.”.
Di prove ce n’erano a iosa già allora.
Lo stesso Pieczenik, in un’altra intervista offerta a Gianni Minoli su Rai Storia, ribadì, attraverso una formulazione alquanto bizzarra, che “Aldo Moro doveva morire per sconfiggere le Brigate Rosse”.
Ricordiamoci che il controverso Licio Gelli, prima di morire, raccontò in una intervista su La7 che “Quasi tutti i vertici delle unità di crisi che avrebbero dovuto indagare sul rapimento e salvare Aldo Moro durante i giorni della prigionia erano iscritti alla Loggia P2”.
Ciampoli, per conto della Procura della corte generale d’Appello di Roma, chiama in causa un intero gruppo di ex Brigatisti che al tempo si trincerò dietro la facoltà di non rispondere su molte questioni riguardanti gli eventi di cui sopra.

Questi protagonisti di un complotto contro la democrazia hanno raccontato bugie una dietro l’altra coprendo se stessi per salvarsi la vita (o per la vergogna?) ma anche per salvare i burattinai che li guidarono.

Sono passati 38 anni da quei fatti drammatici ma analizzandoli potremmo capire meglio i colpi di Stato che sono in corso adesso – in questo momento – mentre state leggendo questo articolo.

Così come meglio si inquadrerebbero le azioni terroristiche che stanno bombardando la scena europea (Francia, Germania, Belgio) e altrove.

Capiremo meglio molte cose su ciò che sta accadendo adesso se ritornassimo a guardare quel che accadde in quegli anni in Italia.

 

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Camillo Benso conte di Cavour: vittima dei medici

09 Settembre 2016 Posted by curiosità e consigli

Camillo Benso

[l 29 maggio 1861 Cavour ebbe un malore, attribuito dal suo medico curante ad una delle crisi malariche che lo colpivano periodicamente da quando – in gioventù – aveva contratto la malaria nelle risaie di famiglia del vercellese. In questa occasione tutte le cure praticate non ebbero effetto, tanto che il 5 giugno venne fatto chiamare un sacerdote francescano suo amico, padre Giacomo da Poirino ].

Questo è quanto ancora oggi troviamo riportato nei sussidiari e nei documenti ufficiali concernenti la morte di colui che fu, seppure con molte ombre, il principale artefice dell’unità d’Italia Camillo Benso conte di Cavour.
Tuttavia, come dimostrano i documenti Britannici recentemente desegretati i cui contenuti sono di seguito riportati, i fatti andarono in altro modo e la sua dipartita è totalmente da attribuirsi alla classe medica, oggi come allora, foriera di pratiche – ex post – descritte come barbare. Come si dirà tra qualche anno nei riguardi della chemio!

Ecco i fatti:

Cavour morì il 6 giugno 1861, dopo una settimana di malattia.
Il giorno precedente le sue condizioni si erano improvvisamente aggravate. Nel disperato tentativo di salvargli la vita, i famigliari avevano deciso di rivolgersi per un consulto a dei luminari: Dott. Alessandro Ribeni e Dott. Angelo Camillo Maffoni rispettivamente medico della casa reale Savoia il primo e fondatore dell’accademia di Medicina di Torino il secondo.  Il loro intervento fu caratterizzato dall’applicazione di estenuanti e ripetuti salassi.  Il 7 giugno, il giorno dopo la morte, il deputato Lorenzo Valerio a tal proposito ebbe a scrivere: “Con una così robusta costituzione, a cinquantun anni morire in quel modo!
Quei medici meriterebbero la morte”.
Il patriota marchigiano e medico insigne Dott. Diomede Pantaleoni ebbe a comunicare un telegramma in cui esprimeva tutto lo sdegno per quei salassi applicati, a suo dire, motivo della precoce di lui dipartita.

A confermarci la significativa responsabilità dei medici

ci sono i seguenti dispacci, di recente desecretati nel Regno Unito, tra sir. Hudson Ambasciatore britannico in Torino  e Lord Russell  ministro degli Esteri di sua maestà Britannica. “Dire che Cavour è morto stamani alle ore 7:05, non sarebbe la corretta definizione di un evento così nefasto. Sarebbe invece più veritiero dire che Cavour è stato condotto alla morte dai suoi fisiatri. Lo affermo apertamente, giacché penso  di non essere lontano dalla verità nel qualificare il decesso di Cavour come un assassinio compiuto dai medici.

I dottori – che per sette giorni non sono mai stati in grado di individuare la sua malattia – hanno prima dichiarato trattarsi d’infiammazione e, quindi, salassato Cavour per ben sei volte, estraendogli dieci libbre di sangue (4kg.).
Poi hanno affermato essere una febbre <perniciosa>  (malaria), poi hanno ipotizzato una febbre da tifo, poi una doppia febbre terzana, poi ancora un’infiammazione cerebrale, infine un attacco di gotta. Anche ammettendo che fosse stato colpito da una di queste infermità, com’è stato curato?

È stato salassato, ha assunto del chinino-oppio; è stato fatto sanguinare (dal naso, utilizzando una coppa di vetro); gli hanno poi collocato del ghiaccio sulla testa.
Il giorno precedente il decesso, alle 6 del pomeriggio Cavour ha ingerito un infuso di lauroceraso, e del vino bordeaux e della minestra alle 10:00”.

Il prunus laurocerasus è una pianta altamente tossica contenente glicosidi cianogenetici che liberano l’acido cianidrico, da cui si ricava per infusione il cianuro, uno dei veleni più potenti.
Al ministro degli Esteri inglese le notizie contenute nel rapporto dell’ambasciatore a Torino dovettero sembrare talmente sconvolgenti da indurlo a chiedere conferme ad alcuni dei più illustri medici britannici.

Il primo a cui si rivolse fu il Dott. William Jones, a cui fece avere la lettera di sir.
Hudson chiedendogli un parere scientifico.
Il responso arrivò a stretto giro di posta, l’8 giugno 1861.
Scrisse il Dott. Jones: “Pratico la professione medica dal 1805.
Di conseguenza, ho valutato con grande preoccupazione la continua perdita di sangue da parte del Conte di Cavour.
Se fosse stato curato in maniera razionale, egli sarebbe ancora in vita”.

Il quadro ora è decisamente più chiaro

L’ipotesi che si sia trattato di un assassinio appare storicamente più che fondata, pur mancando della prova scientifico-giudiziaria che si sarebbe potuta acquisire solo all’epoca dei fatti attraverso l’autopsia (che già veniva ampiamente pratica a quei tempi) e le inchieste della magistratura, se fossero state consentite.

 

 

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